Inauguro quest'oggi la nuova rubrica settimanale: si chiamerà Remembrance e tramite questa riproporrò disegni realizzati tempo addietro. Potrebbero risalire al mese passato come all'età della pietra a 7 anni fa, quando scarabocchiavo sui banchi della scuola media. :'D
Avrete sicuramente notato che ultimamente aggiungo cornici nere digitali a tutto spiano. Sono una barona, lo so, però trovo dia un'aria più definita, seria ai disegni (seriously?) e se vogliamo anche meno dispersiva.
Il soggetto del nostro Remembrance (5 Gennaio 2014) è Mater Morbi, un personaggio a me caro del famoso albo a fumetti tutto italiano Dylan Dog. Fu pubblicato nel Dicembre 2009 ed è il numero 280, con la sceneggiatura di Roberto Recchioni e i disegni ad opera di Massimo Carnevale.
Pur non avendone letti moltissimi (a differenza del mio ragazzo/fornitore principale di fumetti e album musicali, che praticamente conosce vita morte e miracoli dell'Indagatore dell'Incubo) ritengo che Mater Morbi sia una delle donne più belle ed affascinanti che siano state create.
copertina originale disegnata da Angelo Stano. |
In questo albo, brevemente, Dylan Dog si ammala di un male misterioso che lo costringe prima al ricovero in ospedale e poi lo sprofonda in un coma profondo in terapia intensiva. In sogno conosce Mater Morbi, la Madre di ogni male, che scopre essere un'amante esigente, morbosa, vincolante e soprattutto, crudele. Il tema della malattia viene dunque incarnato in una bellissima donna dai capelli neri, dagli occhi penetranti e dall'abbigliamento sensuale (con un chiaro riferimento allo stile sadomaso, per sottolineare il carattere del piacere sadico delle sue torture); al suo volere ognuno si deve piegare, e tuttavia nessuno mai l'amerà.
Meravigliosa copertina disegnata da Massimo Carnevale per la ristampa a cura di Bao publishing. |
Pur nella cornice di stupendi disegni, a tratti oscuri, taglienti, se non macabri (basti pensare all'albero scheletrico ed imponente dove appende ogni suo schiavo...) la tematica non perde di significato: viene anzi costantemente trattata, anche con crudezza.
"La malattia mette chi ne viene colpito al di fuori del consorzio umano. E per quanto amici e parenti possano volerti bene, nella parte più atavica del loro cervello ci sarà sempre un uomo delle caverne ansioso di allontanarsi dall'animale infetto che sei diventato. [..] Il malato è un vampiro assetato di vita e poco importa quante lacrime vengano versate per lui...Non saranno mai abbastanza da placare la sua sete."
Questa è la mia reinterpretazione. Decisamente meno magnifica e significativa rispetto ai disegni di Carnevale, ma non ho potuto fare a meno di disegnarla. Amo Mater Morbi in ogni sua sfumatura: il suo potere, la sua grazia malata, e la sua sconfinata solitudine.
Mater Morbi, 5 Gennaio 2014. |
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